Vorrei sapere la vostra opinione in merito all'argomento sotto citato.
Può essere un modo x liberarci dai cateterismi?
Intervista: Neurostimolazione sacrale
Prof. Daniele Minardi
Urologo e Ricercatore Universitario
c/o Università Politecnica delle Marche
1. L’argomento di questa intervista è la neurostimolazione sacrale che può essere un trattamento valutabile in caso di vescica neurologica e disturbi sfinterici connessi con la SM. Una specie di pace maker delle vie urinarie. E’ così dottor Minardi? Come funziona esattamente?La neuromodulazione sacrale è una terapia che agisce a livello nervoso, per ripristinare il corretto funzionamento dell'apparato urinario inferiore (vescica e sfinteri) e dell'intestino (retto e ano). La terapia è erogata da un piccolo neurostimolatore, simile ad pacemaker, collegato ad un elettrodo. Prima di eseguire l'intervento, il paziente è sottoposto ad un semplice test che mostra i reali benefici della terapia: solo in caso di esito positivo del test, viene collegato lo stimolatore.
2. Immaginiamo si tratti di un dispositivo interno; in quale punto del corpo viene impiantato? In anestesia totale, o, locale? Richiede giorni di ricovero?
Il neurostimolatore è un dispositivo interno, che viene inserito sotto cute con una piccola incisione in anestesia locale. Solitamente viene messo a livello della natica, in una posizione che non è avvertita dal paziente e non visibile dall'esterno. Talvolta può essere messo nella parte inferiore dell'addome, ad esempio in pazienti su sedia a rotelle. L'intervento è semplice e in anestesia locale, e può richiedere uno o due giorno di ricovero. Tutto il sistema è rimovibile, e la terapia completamente reversibile.
3. Quali, in concreto, i risultati che si possono ottenere? Per esempio parliamo di una persona affetta da sclerosi multipla che fa uso di autocatetere, o, pannolone, o, comunque di persona con S.M. che ha difficoltà sia a trattenere che a liberarsi di urina e feci? Tornerà ad avere una buona autonomia? O, potrebbe accadere che non ne ricaverà alcun vantaggio?L'azione della neuromodulazione sacrale è quella di ripristinare il normale funzionamento, ovvero nel caso di ritenzione urinaria,dovuta ad una vescica ipo o areflessica o ad una iperattività dello sfintere, la stimolazione del nervo sacrale fa si che la vescica possa ricominciare a contrarsi e gli sfinteri a rilassarsi. Nel caso contrario di vescica iperattiva, che porta a episodi di incontinenza, la stessa stimolazione tende ad inibirla e permette al paziente una normale continenza. La stessa cosa avviene per il retto e l'ano, fornendo al paziente un'autonomia pressochè normale. Il test iniziale serve a vedere se la terapia funziona: al paziente viene messo uno stimolatore esterno temporaneo, che simula la reale terapia, e che mostra i risultati.
Parlare di stimolazione, nel caso della neuromodulazione sacrale, non è proprio corretto: stimolare significa attivare, mentre questa terapia funziona anche nel caso di vescica iperattiva e iperreflessica, dove avviene un'inibizione dell'attività. E' corretto parlare di modulazione, come dice il nome stesso della terapia, del sistema nervoso: modulare significa attivare e inibire, ovvero trovare il giusto equilibrio. Faccio un esempio: il sistema nervoso che regola la vescica e l'intestino lo si può paragonare ad una bilancia a due piatti. Se pende da un lato (iperattività, es incontinenza) o dall'atro (ipoattività, es ritenzione) si ha una situazione di non equilibrio. La neuromodulazione sacrale porta in equilibrio il sistema.
4. Quali conseguenze, o, effetti secondari comporta la neurostimolazione chiamiamola così “artificiale”?
Non comporta conseguenze o effetti secondari. Gli impulsi che lo stimolatore eroga sono molto leggeri, generalmente non avvertiti dal paziente, che è dotato di un apposito telecomando per aumentare o diminuire l'intensità, e per accendere e spegnere lo stimolatore.
5. Il fatto che nella sclerosi multipla esista un sistema nervoso centrale compromesso in diversi punti e che questa compromissione sia soggetta, purtroppo, ad aumentare, causa il carattere di progressività della malattia, comporta forse un risultato positivo meno certo, o, più incerto nel tempo?
Ritornando all'esempio della bilancia, il progredire della malattia può portare ad una situazione di non equilibrio, facendo ricomparire episodi d'incontinenza o di ritenzione. In questi casi il medico è dotato di uno specifico programmatore che permette di modificare la terapia in modo da ritrovare un nuovo equilibrio. Non è certo che si riesca a trovare un nuovo equilibrio, o che l'efficacia terapeutica del nuovo equilibrio sia la stessa.
6. Si tratta di una situazione reversibile? Nel senso: è possibile tornare alla situazione originaria naturale, senza rilevare peggioramenti di sorta derivanti proprio da questo dispositivo?
Assolutamente si, la terapia è totalmente reversibile e il sistema è completamente rimovibile con un piccolo intervento in anestesia locale. Studi clinici hanno dimostrato che anche a distanza di molti anni, spegnendo lo stimolatore ritornava la situazione iniziale. Inoltre il test iniziale serve al medico e al paziente per decidere se questa è la soluzione giusta.
7. Il dispositivo funziona a batteria come il pace maker del cuore? Quanto dura la batteria? Per cambiarla occorre una sostituzione dell’intero dispositivo? Sono previste visite di controllo periodiche per verificarne l’efficienza? Con che periodicità? Si, il neurostimolatore funziona a batteria ed è molto simile ad un pace maker cardiaco. La durata della batteria dipende dal livello di stimolazione necessario per l'effetto terapeutico, e può durare anche 5 -7 anni. La batteria è sigillata all'interno del neurostimolatore, e come per il pace maker cardiaco, quando si esaurisce deve essere sostituito tutto lo stimolatore. L'intervento dura pochi minuti e viene eseguito in anestesia locale. Le visite di controllo sono decise dal medico, solitamente una volta all'anno.
8. Si tratta di un intervento possibile in Italia e convenzionato col servizio sanitario nazionale? Quali sono i centri presso i quali, eventualmente rivolgersi? Nel caso si tratti di una prestazione a pagamento, qual è il costo relativo sia dell’intervento che delle successive visite?
L'intervento è possibile eseguirlo in Italia, che in questo campo è all'avanguardia mondiale. E' completamente convenzionato col servizio sanitario nazionale e viene eseguito nei principali centri di urologia e chirurgia. Esiste un sito internet italiano
www.ginsnet.org ove sono indicati i centri o si può chiedere informazioni sul centro più vicino per un paziente.
Prof. Daniele Minardi
Urologo e Ricercatore Universitario
c/o Università Politecnica delle Marche